"Il giudice delle donne" ha attirato la mia attenzione alla Libreria dell'Accademia. Non conoscevo Maria Rosa Cutrufelli e il suo percorso, non conoscevo gli altri romanzi ed ho iniziato da questo, a ritroso. Siamo nei primissimi anni del '900 nelle Marche, piccoli paesini di provincia, piccole mentalità provinciali della nostra ancora piccola Italia. Leggendolo si oscilla tra "quanto tutto è cambiato" e "quanto nulla è cambiato". La storia, in parte reale e in parte romanzata, è quella di 10 "maestrine" delle Marche che si iscrivono alle liste elettorali e ottengono, miracolosamente, di esserne ammesse. Protagoniste di questa avventura la "moglie del sindaco", Luigia, una donna che apparirebbe fin troppo moderna anche oggi, e la neo maestra Alessandra. Le loro vicende personali e politiche si intrecciano e Cutrufelli tiene bene il lettore, diciamo pure la lettrice, incollata al libro per sapere come andrà a finire questa storia "del voto delle sottane" (questo uno degli innumerevoli dispregiativi con cui veniva chiamata la lotta per il vero suffragio universale). Uno spaccato interessante della nostra storia, della nostra storia politica, della nostra storia di donne, per non dimenticare mai a chi dobbiamo i diritti acquisiti e per non dimenticare mai che non sono mai stati dati per scontati. Non facciamolo noi adesso.
Fortemente raccomandato,
Stefy



