lunedì 27 giugno 2016

Capodanno da mia madre - Alejandro Palomas


"Non si può trovare pace evitando la vita, Leonard."

Fa sorridere amaramente pensare che fu Virginia a dirlo a Leonard, e non viceversa, ma è con questa frase di Wirginia Woolf che madre, figlio e sorelle si richiamano vicendevolmente all'ordine, o meglio alla vita e al suo costante disordine, ed è questa frase la chiave di lettura del secondo romanzo di Alejandro Palomas. I legami familiari, la loro visceralità e anche la loro insopportabile ineluttabilità, questo loro esserci imposti dalla nascita senza possibilità di scampo, sono di nuovo i protagonisti assoluti. 

Palomas mette in scena un grande Capodanno in famiglia, una famiglia composta da una madre finalmente uscita da un matrimonio opprimente, da un figlio che non riesce a liberarsi del fantasma del padre, da una figlia diventata suo malgrado l'opposto di se stessa, da una terza sorella che ha perso tragicamente un grande amore e da uno zio narcisista ed egocentrico che finisce poi col rivelarsi uno dei migliori personaggi del libro. Le trame di vita e i diversi caratteri affiorano poco alla volta, e pian piano vengono svelati segreti di famiglia, verità non dette, enormi bugie. Il tutto accade nel corso di un'unica sera, la sera di Capodanno, intorno al tavolo della madre.

Se con "Tanta vita" Palomas mi aveva sedotta, con "Capodanno da mia madre" mi ha definitivamente conquistata, tant'è che mentre ne scrivo sto leggendo il suo terzo romanzo, "La musica del mondo". Ci sono delle tracce e delle costanti che inizio ad intravedere, una visone della vita e del mondo che mi sento di condividere, un modo armonioso e acuto per dire ancora una volta e nonostante tutto e fino alla fine che no, non si può trovare pace evitando la vita.

Buona lettura,
Stefy

lunedì 13 giugno 2016

Un anno di Circolo, chez Stefy





Un anno di Circolo in Stradella!
Libri al buio in stile Feltrinelli, sono stati scelti:

"Adesso" della Gamberale
"La cena" di Hoch
"Tanta vita" di Palomas

Buona lettura!
Stefy

domenica 5 giugno 2016

Caffè amaro - Simonetta Agnello Hornby


Il primo libro che apre la stagione estiva, ovvero il primo libro lasciato al mare, per chi arriverà dopo.
Tradizione vuole che chi ha in mano un libro sia salvo da qualsiasi altro tipo di incombenza domestica o addirittura ludica perché "sta leggendo", esonero a pieno titolo se a chi legge "mancano le ultime pagine", non importa se sono cento. In questo caso si ha il diritto formale all'isolamento e al silenzio, ed è così che le giornate volano, che i lavori a casa Maruelli restano incompiuti, ma i libri vengono finiti. Si chiama sacrosanto piacere alla lettura.

Simonetta Agnello Hornby ci regala a mio avviso il suo libro più coinvolgente, sarà che c'è in mezzo una lunga e tormentata storia d'amore, sarà la Sicilia, sarà la storia d'Italia che dalla fine dell'ottocento alla fine della seconda guerra mondiale ci passa sotto gli occhi. La riabilitazione di un personaggio realmente esistito nella sua storia familiare, Maria, avviene assegnando a quest'ultima un carattere tenace, solo apparentemente docile, ma tutt'altro che mansueto. Maria, condannata a vita al caffè amaro, dopo un malinteso durante la prima ed ufficiale visita alla famiglia del marito, vivrà una vita ricchissima di esperienze, di dolori e delusioni, ma anche di voluttà e piaceri, di invidia, di vero amore. Sarà una donna moderna a suo modo, crescerà tre figli ma amministrerà il patrimonio familiare, si dedicherà ad iniziative fino ad allora precluse alle donne ed ancor più alle donne del suo rango. Una bella figura femminile che va oltre le apparenze, che sorvola sulla meschinità del prossimo ed ogni volta rinasce più forte. 

E' stato dolce l'ultimo caffè, ed è stata dolce la lettura.

Grazie Simonetta,
Stefy