Paparija, Eva, Salomè.
Tre generazioni di donne
attraversano la storia dell'Uruguay e dell'Argentina in un romanzo che copre
tutto il XX secolo con le sue speranze e le sue atrocità.
Tutto ha inizio a Venezia, dove
Ignazio, figlio di un costruttore di gondole andato in rovina, deciderà di
partire per il nuovo mondo in cerca di fortuna. In Uruguay sogna di costruire
gondole belle come quelle di Venezia, finirà per lavorare come scaricatore al
porto di Montevideo per tutta la vita. Ignazio e Paparija avranno tre figli
maschi e infine Eva.
Eva, nonostante il dono di saper giocare con le parole,
sarà costretta ad abbandonare gli studi ad undici anni per lavorare come
commessa nel negozio di scarpe di un amico del padre. Da questa prima rinuncia
si dipanerà la sua storia, una storia dura e tormentata con in mezzo la fuga in
Argentina, ed infine il ritorno in patria, madre di due figli, Roberto e Salomè.
Salomè porterà avanti l’eredità della madre e della nonna, spirito ribelle e battagliero
finirà per arruolarsi nel movimento dei Tupamaros, una scelta che segnerà in
modo cruciale e definitivo tutta la sua esistenza.
Avevo snobbato questo libro, che
giaceva da anni nella libreria di mia madre, ma ho dovuto ricredermi.
Nonostante un titolo da romanzo rosa, La bambina nata due volte è un grandioso
poema sulla forza delle donne, sulla dittatura e la storia del nostro assurdo assurdo mondo.
Da leggere,
Stefy