martedì 8 marzo 2016

Balzac e la Piccola Sarta cinese - Dai Sijie


Balzac e la Piccola Sarta cinese è un piccolo gioiello, che consiglio di gustare come me in una domenica pomeriggio di ozio.
 
Ambientato nella Cina di Mao racconta le vicende drammatiche, ma magnificamente rese divertenti, di due adolescenti mandati nei capi di "rieducazione" dal governo comunista. La loro colpa? Essere figli di borghesi intellettuali. Luo, il più sfacciato anche davanti alle autorità, riuscirà a diventare il narratore ufficiale del piccolo villaggio. Due giorni al mese, anziché coltivare l'arida terra, verrà mandato in città a vedere un film (previa autorizzazione del partito) per poi tornare al villaggio e raccontarlo. Esilarante la sua prima performance davanti al capo del villaggio, che ha cronometrato la lunghezza del racconto: doveva essere esattamente uguale al film. La voce narrante, l'amico di Lou, ha invece la capacità di suonare il violino, strumento che verrà salvato dalle severe ispezioni solo grazie alla sfacciataggine di suonare davanti al capo del villaggio l'immaginaria sonata "Mozart pensa a Mao", una bugia che salverà sia il violino sia il suo proprietario.
 
Ma il cuore del libro di Dai Sijie inizia quando i due ragazzi riusciranno a rubare una clandestina valigia piena di romanzi occidentali proibiti.
 
Puro amore per la lettura, per i grandi scrittori, per i libri. Pezzi di carta che ti salvano l'anima.
 
Stefy

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