mercoledì 26 agosto 2015

Il club delle lettrici - Jennifer Scott


E va bene, questo l'ho comprato solo per il titolo, pensando al nostro Circolo del libro.

E' una lettura da ombrellone che si può fare anche disattivando qualche neurone. Ma superate le prime 200 pagine di nulla ci si inizia ad appassionare anche alla sorte di queste vecchiette e al loro Circolo di lettura, alle loro variegate vicende personali e soprattutto alla relazione tra la protagonista e la sua iper problematica nipote.

Massì, butto dentro anche questo, perché no.
In fondo è facile per noi identificarsi!

Stefy

lunedì 24 agosto 2015

La vita davanti a sè - Romain Gary

"La gente riesce a credere a quello che dice, le serve per vivere."



Credo ci sia da aggiungere ben poco, dopo questa citazione.
La frase viene messa in bocca ad un bambino di 10 anni, che poi scoprirà do averne 14. Lo scoprirà con 4 anni di ritardo perché, come tutti i bambini che vivono da Madame Rose, non è al corrente di chi siano sua madre e suo padre e in che giorno è nato esattamente.
 
Momò, il protagonista e la voce narrante del libro, racconta con una lucidità disarmante la vita di un gruppo di bambini, "figli di puttana" letteralmente, che sono stati abbandonati dalle madri alle cure di Madame Rose, un donnone burbero e decisamente sopra le righe che impareremo ad amare come l'ha amato Momò fino alla fine dei suoi giorni.
 
Un libro acuto, amaro, dolcissimo, spietato.
Il libro più bello letto questa estate e sicuramente uno dei più belli personalmente letti in generale.
 
Vivamente consigliato, anzi, obbligatorio.
Stefy
 

mercoledì 19 agosto 2015

La ragazza in blu - Susan Vreeland



Io non so come faccia, ma Susan Vreeland, da quando l'ho scoperta, non mi ha mai delusa. Attratta dalla copertina ho letto il suo "La lista di Lisette" e da allora non ho ancora finito di leggere tutti i suoi libri, tra cui eccelle in assoluto "La passione di Artemisia", ovvero la vita romanzata di Artemisia Gentileschi. Vreeland ha la capacità, invidiabile, di romanzare la passione per l'arte, la vita di un quadro o di un artista, come nel caso di Artemisia Gentileschi.
Ne "La ragazza in blu" Vreeland ci parla di un quadro di Veermer e di come questo sia passato di mano in mano, nei secoli, dal momento in cui è stato dipinto fino a quando è stato trafugato durante il nazismo finendo infine nelle mani del figlio di una SS (come da copione fino a quel momento ignaro del passato del padre). 

Ma lo fa al contrario, rompendo completamente l'ordine cronologico dei fatti e lasciando il lettore in sua totale balia. Sappiamo in primis del momento atroce in cui il quadro è stato illegittimamente rubato ad una famiglia di ebrei da una guardia delle SS, sappiamo poi che in precedenza era stato acquistato ad un asta da una coppia benestante, diventando però un elemento di rottura dell'equilibrio della coppia, poiché la donna alla finestra ricordava al marito un antico amore mai sopito. Sappiamo in seguito che il quadro venne trovato da una famiglia di agricoltori olandesi insieme ad un cesto con un neonato con l'ordine di vendere l'opera per nutrire il bambino e via via fino al momento in cui Veermer dipinse il quadro, ovvero quando decise di dipingere la figlia meno bella mentre era intenta a rammendare contro voglia le camicie dei fratelli. Sapremo in seguito del desiderio segreto della figlia di diventare a sua volta pittrice e di quanto abbia fatto per tornare in possesso del suo unico ritratto.

Anche qui, come nella Lista di Lisette e nella Passione di Artemisia, Vreeland non rinuncia ad una strizzata d'occhio femminista, sottolineando come nel 600 di Veermen una figlia potesse aspirare ad altro che non fossero incombenze domestiche e familiari, ad altro che non fosse il ruolo di spettatrice o di musa, ma di attiva protagonista del mondo dell'arte. 

Insomma, vivamente consigliato per una serata immersa in altri, ed alti, pensieri.
Stefy

domenica 16 agosto 2015

Il buio addosso - Marco Missiroli


Dopo aver letto con estremo piacere "Il senso dell'elefante" e "Atti osceni in luogo privato" ho voluto tornare al Missiroli delle origini leggendo uno dei suoi primi romani, "Il buio addosso".
Nonostante gli spunti molto interessanti del romanzo\favola ambientato nella non meglio definita città di R., nonostante la morale che l'autore ci vuole indicare e il personaggio molto interessante e sfaccettato della "zoppa" il risultato è deludente. Si poteva fare meglio, e molto, soprattutto perché la trama era facilmente sviluppabile. Niente a che vedere con gli ultimi suoi libri.

Stefy

sabato 15 agosto 2015

Festival della Letteratura di Mantova


http://www.festivaletteratura.it/download/programma/programma2015.pdf

Care Blogger,

Un appuntamento imperdibile ci aspetta a settembre, Il Festival della Letteratura!
Una settimana di incontri, scambi, spunti di riflessione sui libri, il tutto accompagnato da ottimo cibo e da una piccola città che è una meraviglia: Mantova.

Al link sopra trovate tutto il programma giorno per giorno.

A presto!
Stefy


mercoledì 12 agosto 2015

Libreria dell'Isola

Care Blogger,

Amo in modo particolare le piccole librerie, soprattutto quelle speciali che si scovano d'estate sulle piccole isole. Peccato, non avevo ancora questo blog quando scoprii la Libreria di Stromboli, una perla di libri accatastati tra un pianoforte e molti gatti. Vi consiglio comunque di andare a visitarla se passate dalle Eolie. La chicca è che la proprietaria proietta una volta alla settimana, ogni mercoledì, il film Stromboli. Geniale.

Trovandomi adesso a girovagare tra le Isole della Maddalena, Caprera e Spargi, mi sono imbattuta nella Libreria dell'Isola, nel centro storico della Maddalena.

Molto carina, e con alcune perle come La simmetria dei desideri di Nevo, uno dei miei libri preferiti.
A presto con altre piccole librerie che sopravvivono grazie a noi lettici sparse per l'Italia!





Stefy

sabato 8 agosto 2015

Storia della bambina perduta



Care Blogger,

In una notte insonne ho divorato il terzo volume della Ferrante, "Storia di chi fugge e di chi resta", forse, per me, la parte più interessante e più coinvolgente dell'intera saga.
Sullo sfondo abbiamo gli anni 70 con tutta la loro forza dirompente, positiva e negativa. La politica italiana sullo sfondo, la rivoluzione del 68, le prime avvisaglie di "femminismo all'italiana" (ovvero ben poco) incidono molto sulla vita delle protagoniste e delle persone che come satelliti ruotano loro intorno. Elena divorzierà, i primissimi divorzi all'italiana, si separerà da Pietro chiuso ottusamente in un mondo che non esiste più. Rincontrerà l'amore di una vita, Nino Sarratore, il figlio del ferroviere-poeta che abbiamo imparato a conoscere e temo ad amare fin dal primo volume. Un uomo ragazzo tanto affascinante quanto inaffidabile. Chi non conosce bene quella realtà, come me, non può che restare esterrefatto davanti alle vicissitudini di Lila, ma soprattutto alle vicissitudini del rione. Camorra, interessi, denaro sporco e l'affacciarsi della tragedia eroina che inizia a diffondersi e mietere vittime proprio tra i più deboli per arricchire le tasche della famiglia Solara. In questo la Ferrante è stata davvero brava, nello scrivere un romanzo socio politico che copre tutta la storia italiana, dagli anni 50 ad oggi, camuffandolo da romanzo sentimentale, o forse viceversa?

Manca poco alla fine del quarto ed ultimo volume, "Storia della bambina perduta", dopo il quale potrò dirvi definitivamente se e quanto ho amato questo lungo libro. E' sicuramente una lettura piacevole, interessante, a volte inarrestabile. Tutte le vicende narrate non possono che tenerci incollate al libro. Tuttavia intravedo, in un angolino della mia mente, qualche riserva. Dovrò leggere il libro che ha vinto lo Strega al posto della Ferrante per poter dire se effettivamente è stato, letterariamente, giusto così.

Ciao amiche, a presto
Stefy

martedì 4 agosto 2015

Storia di chi fugge e di chi resta


Care Blogger,

Ho finito stanotte il secondo volume della saga di Elena Ferrante, Storia del nuovo cognome, e mi appresto ad iniziare oggi il terzo volume, Storia di chi fugge e di chi resta.
Lila ed Elena hanno preso ormai strade e vite completamente diverse, pur venendo dalla stessa povertà, dalla stessa violenza, dallo stesso rione.
Elena è riuscita a fuggire, è riuscita a studiare, a scappare da Napoli e laurearsi alla Normale di Pisa, a togliersi di dosso le brutture dell'infanzia e della giovinezza. Certo con fatica, senza mai dimenticarsi chi è e da dove viene, e forse proprio per questo impegnandosi ancora di più per "riuscire". Una laurea con lode però non le basta per eliminare del tutto la sua insicurezza, la paura che anche gli altri si possano accorgere, nonostante tutto, di chi è veramente. Che possano sentire l'odore delle sue origini umili, povere e ignoranti.
Lila ha già vissuto almeno 10 vite, pur essendo ancora giovanissima (coi nostri standard un'adolescente). E' rimasta invischiata nelle guerre del rione, nelle sfide dei clan di camorristi, uno dei quali ha sposato e lasciato, dimostrando un coraggio e una modernità inaccettabili per la Napoli di allora. Forse Lila è troppo moderna persino per noi lettrici. Ha addosso una rabbia, un'intelligenza acuta e viscerale che solo pochi possiedono, e forse esce solo in contesti come quelli in cui sono cresciute le protagoniste, contesti dove solo l'arroganza urlata, il coraggio o una spiccata intelligenza ti fanno sopravvivere. Lila sfugge a qualsiasi schema ed etichetta sociale, resta un personaggio sfuggente, inafferrabile. Cosa vuole veramente? Perché lascia morire la propria intelligenza in questo modo? In realtà non lo farà mai, solo la usa in maniera fin troppo acuta, senza distinguere tra romanzi e imprese camorriste, tra matrimoni di interesse e passioni irrefrenabili. Lila gran signora e Lila operaia. La stessa persona. Lila ed Elena in perenne competizione a distanza tra loro per capire e dimostrare chi deve cosa a chi, chi è davvero la più intelligente, chi ha davvero ragione, spesso ce lo domandiamo, chi fugge o chi resta?
Finendo il secondo volume ho provato un'enorme inadeguatezza rispetto a entrambe le protagoniste. La Ferrante ti sbatte addosso un coraggio e un bisogno di farsi strada nella vita che non possono che far sentire vile e inadeguato un lettore che si pone domande sulla stessa propria vita. Che valore hanno gli studi fatti in un contesto così comodo, così facile? Lila chissà cosa sarebbe diventata, quali potenzialità stiamo sprecando noi lettrici?
Era meglio restare o fuggire? E' meglio restare o fuggire?
Non lo so.

Ora metto su un vero caffè e vado a berlo davanti al mare, pensando alla pochezza della mia forza rispetto ad Elena e Lila. Ma anche al piacere che la lettura di un libro scatena in noi. Parole e pensieri.

Ciao amiche di libro.
Stefy