Io non so come faccia, ma Susan Vreeland, da quando l'ho scoperta, non mi ha mai delusa. Attratta dalla copertina ho letto il suo "La lista di Lisette" e da allora non ho ancora finito di leggere tutti i suoi libri, tra cui eccelle in assoluto "La passione di Artemisia", ovvero la vita romanzata di Artemisia Gentileschi. Vreeland ha la capacità, invidiabile, di romanzare la passione per l'arte, la vita di un quadro o di un artista, come nel caso di Artemisia Gentileschi.
Ne "La ragazza in blu" Vreeland ci parla di un quadro di Veermer e di come questo sia passato di mano in mano, nei secoli, dal momento in cui è stato dipinto fino a quando è stato trafugato durante il nazismo finendo infine nelle mani del figlio di una SS (come da copione fino a quel momento ignaro del passato del padre).
Ma lo fa al contrario, rompendo completamente l'ordine cronologico dei fatti e lasciando il lettore in sua totale balia. Sappiamo in primis del momento atroce in cui il quadro è stato illegittimamente rubato ad una famiglia di ebrei da una guardia delle SS, sappiamo poi che in precedenza era stato acquistato ad un asta da una coppia benestante, diventando però un elemento di rottura dell'equilibrio della coppia, poiché la donna alla finestra ricordava al marito un antico amore mai sopito. Sappiamo in seguito che il quadro venne trovato da una famiglia di agricoltori olandesi insieme ad un cesto con un neonato con l'ordine di vendere l'opera per nutrire il bambino e via via fino al momento in cui Veermer dipinse il quadro, ovvero quando decise di dipingere la figlia meno bella mentre era intenta a rammendare contro voglia le camicie dei fratelli. Sapremo in seguito del desiderio segreto della figlia di diventare a sua volta pittrice e di quanto abbia fatto per tornare in possesso del suo unico ritratto.
Anche qui, come nella Lista di Lisette e nella Passione di Artemisia, Vreeland non rinuncia ad una strizzata d'occhio femminista, sottolineando come nel 600 di Veermen una figlia potesse aspirare ad altro che non fossero incombenze domestiche e familiari, ad altro che non fosse il ruolo di spettatrice o di musa, ma di attiva protagonista del mondo dell'arte.
Stefy

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